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martedì 24 settembre 2013
venerdì 20 settembre 2013
EDITORS - SOLD OUT L'UNICA DATA IN ITALIA IL 10 OTTOBRE A MILANO!
DNA concerti
è felice di presentare
SOLD OUT LA DATA A MILANO DEL 10 OTTOBRE!!
EDITORS
10 Ottobre 2013 - Milano – Alcatraz – SOLD OUT
Via Valtellina, 25 20159 Milano - 02 6901 6352
Apertura porte: 19,00
Inizio concerti: ore 20,00
Non saranno disponibili biglietti in vendita in cassa la sera del concerto
L'organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.
La band inglese arriva a Milano per un’unica data in autunno per presentare il nuovo acclamato album ‘THE WEIGHT OF YOUR LOVE’ uscito il 2 luglio 2013 su etichetta Play It Again Sam ed anticipato dal singolo A ton of love in programmazione nelle radio di tutto il mondo!
‘The Weight Of Your Love’ è il quarto album per questa band. I precedenti An End Has a Start (2007) e In This Light And on This Evening (2009) sono entrati al n°1 in classifica in UK. Il loro album di debutto The Back Room (2005) ha venduto + di 500.000 copie in UK. Questo è il primo album senza il chitarrista Chris Urbanowicz sostituito da Justin Lockey. Alla band si è poi aggiunto Elliott Williams (tastiere sintetizzatori, chitarra, backing vocals).
Registrato a Nashville ai Blackbird Studio con il produttore Jacquire King (Tom Waits, Norah Jones, Of Monsters And Men, Kings Of Leon) e mixato da Craig Silvey (Arctic Monkeys, The Horrors, Arcade Fire, Bon Iver) il nuovo album sembra avere “un piede nell’Alternative Rock/Americana”. Ce lo dice lo stesso Tom Smith che ammette di trovarlo “allo stesso tempo quasi inafferrabile”.
‘The Weight Of Your Love’ è stato registrato prevalentemente in presa diretta, dal vivo in studio. Le canzoni sono dirette ed essenziali e il brano centrale intorno al quale ruota tutto il resto a detta di Tom ed Ed è “Nothing” (prodotto da Clint Mansell). I testi parlano d’amore “ma non aderiscono allo stereotipo della love song tradizionale”.
Durante l’estate abbiamo visto la band dal vivo in alcuni dei festival europei più importanti. Sono stati headliners al Werchter Festival (Belgio), al Lowlands in Olanda e co-headliners in 25 altri festival. Non sono mancati al presitgioso Glastonbury Festival, e sono stati ospito anche al T In The Park, Reading e Leeds.
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Il 2 settembre la band ha reso disponibile il nuovo singolo Formaldehyde
GUARDA IL VIDEO:
http://www.youtube.com/watch?v=xg2vpkGQadM
Gli Editors sono:
Tom Smith: lead vocals, guitar, piano
Russell Leetch: bass guitar, synthesizer, backing vocals
Ed Lay: drums, percussion, backing vocals
Justin Lockey: lead guitar
Elliot Williams: keys, synthesizer, guitars, backing vocals
Read More:
http://www.editorsofficial.com/
https://www.facebook.com/editorsmusic?ref=ts&fref=ts
Informazioni al pubblico:
http://www.facebook.com/dnaconcertieproduzioni
www.dnaconcerti.com
https://twitter.com/dnaconcerti
info@dnaconcerti.com
martedì 10 settembre 2013
BILL CALLAHAN - IL CELEBRE CANTAUTORE AMERICANO TORNA FINALMENTE IN ITALIA PER UNA DATA A FEBBRAIO! INFO PREVENDITE!
DNA concerti
è felice di presentare
UNA DATA A BOLOGNA A FEBBRAIO!
BILL CALLAHAN
18 FEBBRAIO 2014 – BOLOGNA – TEATRO ANTONIANO
Via Guinizelli 3
ingresso: 20 euro +d.p.
PREVENDITE DISPONIBILI DA VENERDI 13 SETTEMBRE:
www.ticketone.it <http://www.ticketone.it> , call center 892 101
Bill Callahan, acclamato songwriter, noto ai più con l’alias storico Smog, arriva in Italia per un’unica data a febbraio per presentare il nuovo atteso album Dream River in uscita il 16 settembre per la sua storica etichetta Drag City. Dagli esordi in "bassa fedeltà" all'austero rock da camera della maturità, Bill ha mostrato in questi anni album dopo album un talento assolutamente fuori dal comune, rivelandosi probabilmente il miglior cantautore della scena indie americana degli ultimi vent’anni.
Registrato durante la prima parte dell’anno ai Cacophony Recorders di Austin in Texas, il quinto disco della carriera «solista» del musicista (come Smog si è fermato a quota 13), presenta 8 brani definiti dalla stessa label come i «più sensuali e viscerali» dell’intera discografia di Callahan. Dream River arriva a soli due anni di distanza dal precedente Apocalypse.
BIO:
Bill Callahan, è nato all'interno del movimento "lo-fi" americano, quello che annovera artisti come Pavement, Beck, Sebadoh. Ma sarebbe assai riduttivo confinare la sua musica nel nucleo effimero delle nuove tendenze rock. Le sue canzoni, infatti, possiedono quel sapore di immortalità tipico di classici come Nick Drake, Lou Reed, Leonard Cohen e Nick Cave. Sono miniature sonore, acquerelli minimalisti che esplorano i recessi più cupi della mente, la solitudine, l'angoscia, l'alienazione, sviluppandosi attorno a un canovaccio musicale tanto sobrio quanto originale. A sorprendere l'ascoltatore sono soprattutto le continue variazioni di ritmo, i contrappunti, l'ambientazione austera e le figure nervose di chitarra, che si avvitano intorno a vibrazioni degne dei Television, ma anche le litanie, che Smog intona su un registro abulico e decadente.
Nato nel 1966 nel New Hampshire pubblica Il suo album d'esordio, Sewn To The Sky, nel 1990, quando in America sta impazzando il "lo-fi". Smog non si sottrae a questi canoni e vi aggiunge del suo, mescolando discordanze, cantilene sgangherate e ritmi fuori tempo e lasciando solo a tracce come "Peach Pit" e "A Jar Of Sand" i momenti più umani del disco, quelli in cui il suo umore depresso di cuore solitario e anticonformista trapela in tutta la sua desolazione.
Restando sempre rigorosamente lontano dalle luci della ribalta, Smog viene ingaggiato dalla Drag City, una delle più autorevoli etichette indipendenti degli Stati Uniti, per la quale incide l'Ep Floating, cui fa seguito l'album Forgotten Foundation, un disco complesso, in cui armonie più "regolari" e ballate folk dal sapore classico si accompagnano alle sue stravaganze sonore.
Meno frammentario e più ricco musicalmente Julius Cesar (1993) segna un'altra svolta nella carriera di Smog. Il rock grezzo e "lo-fi" degli esordi lascia spazio a un nuovo gusto per l'orchestrazione, a cui il cantautore americano aggiunge il suo tipico tocco spettrale e decadente. Lo spettro sonoro è molto più ampio: dal country-western alla serenata lisergica, In bilico tra il rock nevrotico alla Television e lo spleen decadente di cantautori come Lou Reed e Leonard Cohen, Smog mette a punto quello che ormai è il suo marchio d'autore.
Callahan è ormai un musicista completo, in grado di aggiornare il cantautorato classico con le intuizioni più brillanti di movimenti post-punk come la new wave, il dark-rock, il lo-fi e il post-rock. E a sostenerlo c'è anche un guru della scena "indie" statunitense come Jim O'Rourke. Nel 1995 perviene così al suo capolavoro: Wild Love. Il rock grezzo e "lo-fi" degli esordi si è saldato con un peculiare gusto per l'orchestrazione, dando vita a uno spettro sonoro ampio ed eccentrico. Il violoncello (suonato da O'Rourke) e le tastiere, in particolare, aggiungono un tocco sinistro ai pannelli di desolazione quotidiana di Smog, in un'ipnotica commistione di musica da camera e indie-rock.
Il successivo Ep Kicking A Couple Around ripropone le sonorità più ruvide del passato. L'album The Doctor Came At Dawn segna invece una maggiore attenzione per la formula della ballata per voce e chitarra. La ricetta musicale di Smog viene ulteriormente collaudata in Red Apple Falls, l'album del 1997, che offre ancora brani preziosi e nel 1999 sforna un disco sorprendente come Knock Knock (1999). In cui le canzoni funeree di Callahan assumono i toni di un vero rock da camera. Resta dominante il tema del "mal di vivere", espresso da Smog in storie fataliste, pervase da un umore depresso e abulico.
Aiutato da collaboratori di prestigio come John McEntyre e Jeff Parker dei Tortoise, Callahan sceglie con Dongs Of Sevotion (2000) la strada di un cantautorato più morbido e "soul". In ogni caso, anche con questo disco, Smog riesce a dimostrare di padroneggiare ormai con sicurezza il suo stile drammatico, capace di combinare le sonorità ruvide del rock con orchestrazioni classiche e austere.
Nel 2001 è la volta di Rain On Lens. Segue Supper (2003) che segna un ritorno al sound scarno dei primi dischi, nonostante la presenza di John McEntiredei Tortoise e di alcuni sprazzi di rock elettrico. Rispetto ai precedenti lavori, tuttavia, il suono si fa più caldo e armonioso, quasi a voler offrire una consolazione dall'angoscia che pervade i brani. Nel 2005 è la volta di A River Ain't Too Much Love. Dieci istantanee color seppia, ingiallite nei ricordi di un'America mitica, stretta parente di quella narrata dalle penne "sudiste" di William Faulkner e Cormac McCarthy.
Nel 2007, a sorpresa, il Nostro accantona il moniker Smog per riappropriarsi della propria identità (Bill Callahan) su Woke On A Whaleheart, un disco all'insegna di un raffinato country-folk.
Segue nel 2009 Sometimes I Wish We Were An Eagle che getta un evidente ponte verso il mood riflessivo dell’ultimo album a nome Smog. Si tratta in generale di narrazioni a metà tra il cantato e il parlato, incentrate sui temi dei rapporti umani, della natura e della religione, affrontati con apparente distacco e con un pacato registro da crooner, cui si confà alla perfezione la profondità una ricca varietà di arrangiamenti, impreziositi dalla sobria centralità degli archi, associati a ritmiche piuttosto marcate, ruvidi upbeat e anche semplici arpeggi acustici.
Dopo la fortunata consacrazione del 2009 con Sometimes I Wish We Were An Eagle, Callahan pare voler ricostruire dall'inizio, con Rough Travel For A Rare Thing, il proprio percorso di distacco dal mondo del cantautorato lo-fi, fornendo un prosieguo sempre incentrato sulla sua figura, sul suo crooning vellutato sorretto da una sezione ritmica decisa e dalla vivacità degli archi. Nonostante si tratti di un live, tutto suona molto più levigato di altra sua precedente produzione.
Segue A River Ain't Too Much To Love album che rivela una sopraggiunta maturità espressiva, soprattutto nell'espressione vocale di Callahan, una capacità di raccontare storie con calore e distacco allo stesso tempo. Una "pienezza", una vitalità forse mai verificate in precedenza che emerge in tanti piccoli particolari.
Più loner che mai, Callahan ritorna in studio per pubblicare nel 2011 Apocalypse. Al quattordicesimo album, il cantautore di Silver Springs si attesta su un registro in apparenza meno cupo rispetto alla dimessa introspezione del lavoro precedente, indossando gli abiti ruvidi e consunti del mandriano ("Drover") per percorrere in solitudine vallate recondite nelle quali confondersi con il paesaggio e confondere la propria pena con quella dei luoghi e degli esseri animati che lo circondano
in Apocalypse prevale una varietà di registri la cui relativa asprezza travalica gli stilemi dell'alt-country per attestarsi su citazioni sudiste che vanno da un latente Delta blues a sfumature jazzy, passando per tutta una serie di zufoli e arpeggi dallo spiccato sapore bucolico.
GRAZIE AD ONDAROCK
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