IX stagione di concerti –
"Voi stessi siete la musica" (T.S.Eliot)
Badia Fiesolana – via Badia de' Roccettini 9_Fiesole. Ingresso LIBERO
in collaborazione con
Istituto Universitario Europeo
La musica dietro l'altare: Alessandro Trebeschi al piano interpreta Haydn, Ravel, Haydn, Beethoven, Mendelsshon, Chopin
Alessandro Trebeschi, piano
Programma
M. Ravel Menuet sur le Nom d' HAYDN(1909)
J. Haydn Sonata Hob. XVI: 23 in fa maggiore
L. V. Beethoven Sonata op. 109 in mi maggiore
F. Mendelssohn Romanze senza parole op 67 n.1,2,3,4
F. Chopin Ballata n.1 op.23 in sol min.
F. Chopin Notturno op. 48 n. 1 in do min.
F. Chopin Ballata n.4 op.52 in fa min.
INGRESSO LIBERO
Presso la Badia Fiesolana (via Badia de' Roccettini 9 ) per la IX stagione di concerti Giovedì 14 maggio 2009 alle ore 21 (ingresso libero) il bravo pianista Alessandro Trebeschi interpreta Ravel, Haydn, Beethoven, Mendelsshon, Chopin.
Esattamente cent'anni fa, nel settembre del 1909, Maurice Ravel componeva una delle sue più dolci miniature per pianoforte in omaggio al grande compositore austriaco Franz Joseph Haydn, di cui ricorreva il centenario dalla morte. La composizione, di timbro novecentesco, ripesca tratti antichi nel suo incedere danzante di minuetto, come fosse un ricordo malinconico di balli settecenteschi. Di Haydn ricorre quest'anno il doppio centenario della morte, che si vuole ricordare con una delle sonate più significative. La sonata in fa maggiore infatti pone tra due movimenti di puro stile haydniano, all'ungherese, uno struggente secondo movimento in fa minore che trova i suoi paralleli a livello strutturale e melodico in alcuni secondi movimenti di concerti per pianoforte e orchestra di Mozart (ad esempio il K488), e rivela una vena preromantica e sentimentale troppo spesso dimenticata nell'opera di Haydn. Beethoven fu allievo di Haydn, seppur per poco tempo, ed è tradizionalmente considerato il "ponte" tra classicismo viennese e romanticismo europeo. La sonata op. 109 ne è un illustre esempio e, oltre a suggerire riferimenti "numerici" con il resto del programma, contiene forse più delle altre quei primi richiami pianisticamente romantici, di cui tutti i compositori successivi a partire da Mendelssohn saranno debitori.
Proprio Mendelssohn, di cui ricorrono i duecento anni dalla nascita, apre la seconda parte del concerto, con quattro "romanze senza parole" tratte dal suo libro (op.67) forse più significativo tra i tanti dedicati a questo genere di composizione "melodica". Le quattro miniature (n.1,2,3,4) rispettivamente cantano, narrano, celebrano e ricamano luoghi e situazioni lasciati alla libera interpretazione e al sogno dell'ascoltatore. La chiusura del concerto è dedicata a un altro grande "melodista" che nacque un anno dopo Mendelssohn, il polacco Chopin. I brani proposti, che contengono alcune fra le melodie più famose ed evocative del compositore, non hanno bisogno di grosse presentazioni. La prima e quarta ballata e il notturno op.48 n.1 gettano uno sguardo sull'opera di Chopin più complessa, intimamente malinconica, e pienamente romantica.
Il Luogo è magico, e nove anni fa dette i natali all'attività dell'Associazione. In particolare il posto preciso in cui si svolge il concerto è davvero originale: siamo nella chiesa della Badia, luogo di fede certo, ma anche legato alla storia civile del nostro Paese grazie alla presenza per molti anni di Padre Balducci, non nella navata centrale ma dietro l'altare del Cinquecento, in un spazio enorme ma intimo, pieno di mistero e poesia, a cui si accede da una piccola porta. Non sempre la poesia entra dalla porta principale, anzi.
L'evento è in collaborazione con l'Istituto Univesitario Europeo, che nel complesso della Badia Fiesolana ha sede: qui, in collaborazione con l'IUE, i Nem organizzano una serie di concerti da camera di assoluto livello e qualità, legati a giovani interpreti ormai affermati, che ritrovano occasione di fare musica insieme con rinnovata passione. I Nuovi Eventi Musicali sono un'associazione che continua a guardare alla grande musica d'oggi, convinta della necessità e dell'urgenza di rivolgere lo sguardo, l'ascolto, le menti alle grandi opere maestre di oggi, naturale prosecuzione delle grandi opere maestre del passato.