sabato 16 ottobre 2010

antonio russo

Seguito da un pugno di ragazzini "di strada" Antonio andava in giro a
cercar guai......

ricordo Antonio Russo che in una settimana a Pristina mi ha dato energie
per una vita...........

Ho conosciuto Antonio Russo nel dicembre del 1998 a Pristina. Ero stato
inviato per vedere lo stato dei villaggi albanesi nel pieno della
oppressione delle milizie serbe, punta armata della "corrente di
pensiero" che sosteneva come lentamente gli albanesi avessero sfilato la
terra natìa ai Serbi con la pratica demografica della moltiplicazione
delle nascite, fino a diventare etnia di maggioranza e mettere alle
corde la serbitudine proprio nella sua culla, tra i suoi monasteri. Per
questo il Kosovo era da "ripulire", secondo la Belgrado di Milosevic,
Arkan, Seselj e compagnia bella...........
I villaggi spesso erano macerie delle quali al tempo non si occupava
quasi nessuno. Con l'aiuto di Antonio andammo a giro per le campagne e
arrivammo a Zatric, poche case semidistrutte dove gli albanesi kosovari
non avevano più nulla se non le macerie.

Quando incontri una persona ISPIRATA lo capisci subito. Antonio era come
un pesce nell'acqua nelle zone incasinate, un talento naturale ma non un
"professionista" classico. Capivi subito che era una anima libera da
ogni pregiudizio e da ogni laccio. Era "sovversivo" naturale in ogni
situazione repressa......... Un nemico naturale di qualsiasi
prepotenza.......

"Telefona pure con il mio telefono, tanto paga radio radicale" mi disse,
io approfittai un poco della sua battuta, ma sapeva che nessuna altra
testata avrebbe mai accettato uno come lui, nemmeno iscritto all'Ordine
dei giornalisti. Uno che la parola ORDINE non la concepiva mai,
figurarsi quando si trattava di fare il suo lavoro.

Ero un dilettante pivello al suo confronto, sembrava non aver paura di
niente e quando lasciai dopo pochi giorni il Kosovo, lasciai un pezzo di
me accanto a lui.

Quando ho saputo che l'avevano "incidentato" in Cecenia, mi sono sentito
molto più solo.

Miserabili vigliacchi coloro che uccidono i giornalisti. Vigliacchi
schifosi quando uccidono una persona libera e armata solo della sua penna.

Ora, da ateo, mi piace comunque immaginarlo con Baldoni e Anna e tutti
gli altri cantastorie morti ammazzati, a ridere delle democrature euro
orientali in qualche bettola vagante nel cosmo.

Le idee di libertà e giustizia non possono essere uccise mai, SONO
INVULNERABILI AHAHAHAHAHAH.

Questo è un bel problema per Pechino e Mosca......... etc etc........

claudio gherardini

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