SI COMINCIA A CASTELNUOVO DEI SABBIONI,
CON MASSIMO ZAMBONI,
NEL SEGNO DELLA MEMORIA
sabato 4 luglio . CASTELNUOVO DEI SABBIONI - CAVRIGLIA (AR) . MINE - Museo delle miniere - ore 21.30
Il Festival Orientoccidente apre la sua undicesima edizione con il ricordo e inizia il suo viaggio, com'è ormai tradizione, dal Museo delle miniere di Castelnuovo dei Sabbioni, sabato 4 luglio. E' il giorno degli eccidi nazifascisti che infiammarono il comune di Cavriglia nel 1944. Orientoccidente, per l'occasione, propone un racconto molto particolare, che vuole essere anche un momento di riflessione. E' il reading di Massimo Zamboni, chitarrista e compositore della mitica band punk rock italiana CCCP e poi degli altrettanto fondamentali CSI, tratto dal suo nuovo libro "L'eco di uno sparo", pubbicato da Einaudi. E' anche un concerto dove alla parola scritta e recitata viene abbinata una parte musicale: un "cantico delle creature emiliane". E' la guerra appena finita in una storia familiare. Massimo Zamboni fa i conti con l'assassinio del nonno fascista da parte dei Gap, è la storia di Ulisse e "dei suoi sparatori che si spararono tra loro". Si ripercorre una vicenda intrisa di sangue e di contraddizioni della terra emiliana "dove ogni sparo da precedenti spari è generato e a sua volta genera spari successivi". E' la Liberazione che fu anche inevitabile guerra civile.
Cosí è per chi cerca di capire le ragioni del sangue, quando il sangue degli oppressori si mescola a quello degli oppressi. La terra emiliana – terra contadina, di utopie socialiste, di vacche in salute – grida forte. E l'eco degli spari accompagna Massimo Zamboni nella sua indagine attraverso il tempo: quando legge i documenti della polizia partigiana nel modesto archivio parrocchiale di campagna, quando va a trovare i parenti superstiti sulle colline reggiane, quando visita la casa dei fratelli Cervi – sette, come sette erano i fratelli del bisnonno Massimo. Perché la memoria va trasmessa, e «tocca ai nipoti tramandare, sottraendo ai genitori un compito che non avrebbero potuto svolgere con giustezza». Una storia che chiedeva di essere raccontata, rimasta sepolta insieme alle tante storie rimosse di questo paese. Un libro sofferto, inconsueto, che è insieme una presa d'atto, un amaro bilancio e una terrestre ballata incantatrice.
La parte musicale è cuata dallo stesso Zamboni e vede la partecipazione di due importanti musicisti: Emanuele Reverberi (Giardini di Mirò, Bandadiquartiere, al violino e tastiere) e Cristiano Roversi (Moongarden ed etichetta Aratro al basso e allo Stick).
Prima del concerto il sindaco Leonardo Degli Innocenti O Sanni consegnerà la Costituzione della Repubblica Italiana a tutti i neomaggiorenni del comune di Cavriglia. L'ingresso è gratuito.
* l'undicesima edizione del festival Orientoccidente continua con la rassegna di film in pellicola "La nostra memoria inquieta" (tutti i linedì fino al 3 agosto a San Giovanni Valdarno) e poi con l'ensemble NOTE NOIRE mercoledì 8 luglio a Loro Ciuffenna in piazza Matteotti; l'incontro con FRANCO CARDINI con il suo libro "Il grande blu" venerdì 10 luglio a Figline Valdarno al Centro Perlamora (Località Pavelli) per il Perlamora Festival; il ricordo dell'eccidio di Srebrenica sabato 11 luglio a San Giovanni Valdarno in piazza Cavour alle ore 17 (in collaborazione con il Comitato Non Dimenticare Srebrenica); mentre per il 70° della Liberazione il reading di GIANCARLO BARZAGLI "Grune Linie", progetto fotografico convivio musica parole resistenti autoprodotte, verrà proposto domenica 12 luglio a Bucine al Circolo Arci (dalle ore 19, in collaborazione con l'ARCI di Bucine e GASARCI)
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* ORIENTOCCIDENTE 2015
Orientoccidente è realizzato da Regione Toscana e Provincia di Arezzo
e dai comuni di Montevarchi, San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Cavriglia,
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Il progetto è di Giampiero Bigazzi ed è una sezione del Link Festival.
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Je suis...
Mare nostro che non sei nei cieli / all'alba sei colore del frumento
al tramonto dell'uva di vendemmia / che abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste / tu sei più giusto della terra ferma
pure quando sollevi onde a muraglia / poi le riabbassi a tappeto
custodisci le vite, le viste cadute / come foglie sul viale / fai da autunno per loro
da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte / di padre e di madre prima di partire.
Erri De Luca
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